martedì 23 giugno 2009

Libro: I padroni del pianeta. Le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili

Nonostante la storia dell'umanità dimostri in maniera inequivocabile che la crescita è sempre un bene e che lo sviluppo civile, demografico, scientifico e tecnologico è necessario per garantire la sopravvivenza e il miglioramento della qualità della vita, persiste nell'ideologia ambientalista il pregiudizio contro l'incremento demografico e lo sviluppo condotto dal genere umano. Secondo la filosofia ambientalista ci sono troppe persone sulla Terra; queste persone utilizzano un modello di sviluppo che consuma troppe risorse; e il frutto di questo consumo è un sempre maggiore inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo. In realtà il XX secolo è stato il secolo della salute e della longevità. Mai il genere umano è vissuto così a lungo e meglio di oggi. Ci sono differenze qualitative fra i vari continenti, ma questo dipende da uno sfruttamento monopolistico e da una cattiva distribuzione dei beni. Proprio nel XX secolo la popolazione mondiale è aumentata di quattro volte, mentre il prodotto lordo è aumentato di diciassette. Fino al 1700 la popolazione mondiale non aveva superato i seicento milioni di unità. In questa nuova inchiesta tutti i dati e i documenti che svelano che il mondo non morirà né di sete, né di fame, né di freddo.

Antonio Gaspari e Riccardo Cascioli affrontano e attaccano la teoria dei 'limiti dello sviluppo' sostenuta fin dagli anni 60 del secolo scorso dal Club di Roma, i cui scienziati previdero l'esaurimento del petrolio e di tutti i metalli entro il 1992. Secondo gli autori le risorse non sono limitate: innanzi tutto perché le 'risorse' non sono le materie di cui il nostro pianeta è composto né gli esseri viventi vegetali e animali che lo popolano, bensì i mezzi e gli strumenti che l'umanità via via inventa per soddisfare i propri bisogni servendosi di minerali, piante e animali. In secondo luogo non sono limitate perché, al contrario di quanto affermano molti ambientalisti, la Terra non è un sistema chiuso e quindi ad essa non si applica la legge dell'entropia come sostiene il Global Footprint Network. "Ma l'abbaglio fondamentale - spiegano gli autori - è non rendersi conto che non c'è un limite alle risorse perché non c'è un limite alla potenzialità e alla creatività dell'uomo, la vera, grande risorsa. In quest'ottica l'errore davvero fatale sarebbe diradare l'umanità e costringerla a vivere al minimo come i nostri antenati cacciatori raccoglitori o come, appunto, i nordcoreani portati a modello per l'impronta così lieve che imprimono al mondo".
I padroni del pianeta. Le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili.
di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari
Piemme 2009, 205 p.

22 commenti:

Paolo Marani ha detto...

Potresti esprimere uno straccio di dimostrazione del perché la terra non sia un sistema chiuso ?

Detto così sembra una provocazione, la terrò E' UN SISTEMA CHIUSO PER LA MATERIA, non lo è ovviamente per l'energia grazie all'irraggiamento del sole. La quantità di materiale portato dalle comete e dai meteoriti converrai che è trascurabile, pertanto hai detto l'ennesima sciocchezza, a meno che tu non sia in grado di motivarla.

noalgore ha detto...

Credo che la domanda non la dovresti porre a me, bensì ai due autori del libro.

Anonimo ha detto...

Buondì,
la terra è un sistema aperto, ovviamente, e tale definizione non dipende dalla quantità di materia ed energia in transito. L'assunzione di "chiuso" od "isolato" può però avere un senso nell'ottica dello specifico fenomeno studiato: è qui che si gioca l'abilità dello scienziato nel prendere decisioni verosimili.

Dal testo di presentazione non è chiaro se gli autori, dato il loro curriculum, abbiano confuso "chiuso" con "isolato" malinterpretando la realtà per cui il bilancio entropico coninvolga in generale sia flussi di massa che energetici attraverso i confini di un sistema.

Trovo però pregevole il loro aver separato i concetti di "fonte" e "risorsa", oggi tra i più equivocati nonostante stiano alla base della comprensione dell'argomento qui trattato (e dunque a monte di ogni decisione sul "che fare?").


Giorgio Venzo.

Meco ha detto...

Solo una domanda:

che vantaggi ne trae secondo gli autori di questo libro chi parla di limiti alla crescita, sovrappopolazione, fine delle risorse?

noalgore ha detto...

@ Meco
Nel capitolo finale del libro "Ecologia umana contro il totalitarismo" i due autori scrivono:
"Il continuo allarme sull'esaurimento delle risorse (sostenibilità), che si lega all'emergenza sovrappopolazione (rientro dolce) e all'emergenza consumi (impronta ecologica, decrescita felice) serve ad instaurare una deriva totalitaria. Infatti, quando le risorse scarseggiano, diventa legittimo l'intervento del governo che sospende anche le libertà per fare fronte all'emergenza, decidendo come razionarle. E' solo nello "stato di emergenza" dichiarato che diventano accettabili misure e provvedimenti a cui un uomo libero non darebbe ma il suo consenso. Il tentativo di applicare forzatamente delle convenzioni internazionali, come il protocollo di Kyoto, malgrado l'evidente danno all'economia internazionale e alle possibilità di altri paesi di uscire dal sottosviluppo, ne è un esempio. Tanto è vero che di fronte alle resistenze di tanti paesi si invoca un "governo globale dell'ambiente" che faccia fronte alla crisi e imponga i provvedimenti a livello globale. Un altro esempio è la richiesta crescente di imporre anche in Europa la politica del "non più di due figli", un modo per razionare le risorse. Come abbiamo visto a livello mondiale questa tendenza è ora rafforzata dall'elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti. E con l'Unione Europea già in prima linea nel promuovere un approccio anti-umano ai problemi del mondo, le prospettive sono quelle di un'altra ondata di finanziamenti e politiche contro il genere umano" (N.B. i corsivi maisucoli sono miei inserimenti, per capire cosa si cela dietro a questi veri e propri mantra).

Meco ha detto...

Quindi ci sarebbe in atto una sorta di cospirazione pseudoambientalista volta alla realizzazione di un sistema totalitario globale?

E l'idea che forse il sistema Terra possa presentare dei limiti fisici non la vogliamo nemmeno prendere in considerazione e continuare a predicare il paradigma della crescita infinita e a tutti i costi?

Vogliamo andare avanti con la solita filastrocca che "tanto qualcosa inventeranno" e quindi possiamo permetterci di fare le peggiori porcherie senza tanti problemi?

A me pare che ci siano più interessi economici, egoistici e legati a giochi di potere a continuare sulla strada degli ultimi decenni che a virare verso un sistema come quello che auspicano gli ambientalisti. Ma se sono solo dei cospirazionisti allora meglio lasciarli perdere...

Paolo Marani ha detto...

Io dirrei semmai che è vero il contrario. Concetti come il rientro dolce, la decrescita felice, l'accento sul troppo veloce sfruttamento delle risorse, etc., servono per SCONGIURARE una deriva totalitaria, non certo per profetizzarla, semmai per prevederla come pericolo imminente.

Prendo atto comunque che l'autore del post si è avvalso delle tesi del libro, propagandandole come vere, senza averlo nemmeno letto, come è normale in chi filtra le informazioni a suo uso e consumo.

Eppoi altro che balle, la disquisizione fra sistema isolato e sistema chiuso è più accademica che reale, in sistemi in cui comunque non abbiamo scambi apprezzabili di materia con l'esterno. Il sistema è chiuso a tutti gli effetti, con le inevitabili conseguenze, principio di entropia incluso.

noalgore ha detto...

@ Meco
Ti consiglio la lettura di "The Greening: the Environmentalists' Drive For Global Power" (Greening: la spinta ambientalista verso il potere globale) di Larry Abraham e Franklin Sanders, Double A Publications, Phoenix, Arizona, 1994. Sul retro copertina si legge: "Non c'è il Riscaldamento Globale e non c'è il buco nell'ozono. Ma c'è un sacco di soldi che cambia di mano. Ci credereste che il movimento ambientalista è una truffa ? Che certa gente usa la "scienza cattiva" e posizioni di governo per riempire le proprie tasche ? The Grening si basa su solidi fatti relativi al movimento ambientalista e su chi c'è veramente ci sia dietro. E' una confutazione scioccante, basata sui fatti e avvincente dell'idea che la Terra stia morendo e che la fine sia vicina."
E' chiaramente un libro centrato sugli Usa, ma poichè gran parte dell'ideologia ambientalista viene da lì, la sua lettura ha una sua logica. Nella sezione dedicata agli eco-profeti, troviamo schede agghiaccianti relative a, tra gli altri, Barry Commoner, Paul Ehrlich, Denis Allen Hayes, Ralp Nader, Jeremy Rifkin, John Davison Rockefeller III, Laurence Spelman Rockefeller (non è un caso che la dinastia dei Rockefeller sia dentro al movimento ambientalista sin dalle origini) e Maurice Strong (il deus-ex-machina di Al Gore e dell'attuale strategia degli ambientalisti). Il libro sfata gli eco-miti e conclude delineando l'ambientalismo come "la nuova religione per la Nuova Era" (cioè la New Age).

Inoltre: "l'idea che forse il sistema Terra possa presentare dei limiti fisici" non solo è stata presa in considerazione dai due autori del libro "I padroni del pianeta", ma gli stessi vi hanno dedicato una lucida analisi nel secondo capitolo, intitolato "Alle risorse non c'è limite", dove dimostrano che "Le risorse sono in costante aumento" e "Il limite è un'opinione". Nel terzo capitolo trattano di "Popolazione e risorse: un falso antagonismo", dove dichiarano che "A qualcuno non piace l'umanità" e "La vera risorsa che scarseggia è l'uomo" (naturalmente queste affermazioni sono basate su solide pezze d'appoggio).
Ancora: la frase "quindi possiamo permetterci di fare le peggiori porcherie senza tanti problemi" non è stata scritta dai due autori del libro e nemmeno è sottintesa, come del resto mi pare che tu non l'abbia mai trovata in questo blog. Chi fa le porcherie sono ben altri, solo che si tenti di aprire gli occhi...
Infine, lo so che qualcuno si bea ad usare la parola "cospirazionista" con fine denigratorio, ma non c'è nessuna cospirazione: si tratta effettivamente di un sistema solido ed evidente, posto sotto gli occhi di tutti, le loro riunioni non sono tanto segrete, le loro parole sono note...

noalgore ha detto...

@ MaRaNtZ
La deriva totalitaria fa parte del DNA del movimento ambientalista, che ha una matrice razzista e talvolta nazista (argomenti trattati su questo blog, solo che si abbia la pazienza di cercare nei post). D'altra parte il substrato autoritario si evince anche nel modo di porsi di molti ambientalisti, soprattutto quelli delle ultime generazioni: lo spazio per il dibattito non c'è, perchè TUTTI dobbiamo fare qualcosa (aderire alla decrescita ed essere pure felici, rientrare "dolcemente" in un numero di abitanti del pianeta molto inferiore all'attuale, avere un "impronta ecologica" più bassa, comportarsi in modo "sostenibile"). E se qualcuno "rifiuta" gli sarà fatta cambiare idea in modo "dolce", "felice" e "sostenibile" ma fermo...
Del "sistema" e dell'"entropia" i due autori parlano a pag. 44 "Perciò assumendo che la Terra sia un sistema chiuso, abbiamo che mentre l'energia disponibile è costante, l'entropia totale è in continuo aumanto, fino al punto che si arriverà alla "morte termica". Ma citano lo studio di due astronomi americani che sostengono che la materia e l'energia che danno vita alla Terra dovrebbero esaurirsi non prima di 7 miliardi di anni. Lo studio è stato pubblicato nel marzo 2008 sul "Monthly Notices" della britannica Royal Astronomical Society, autori Klaus Peter Schroeder e Robert Konnon Smith. Ribadisco, comunque, che i due autori negano che si possa considerare la Terra un sistema chiuso...

Meco ha detto...

La frase "quindi possiamo permetterci di fare le peggiori porcherie senza tanti problemi" non l'ho trovata in questo blog, ma mi pare che tutto quello che viene qui postato sia diretto nel senso di continuare sulla strada battuta finora, ovvero quella di ciò che ho definito "porcherie", che si tratti di inquinare in maniera incondizionata, devastare foreste, lasciar estinguere specie animali e molto altro. A me pare che questa siano più che altro negligenza e riluttanza ad abbandonare uno stile di vita che ci fa molto comodo così com'è.

E se mi è permesso direi che il discorso sulla fantomatica infinità delle risorse è una delle affermazioni più scriteriate che abbia mai sentito.
Ci vogliamo illudere che la Terra abbia una capacità intrinseca di generare o rigenerare risorse?
Se prendiamo come esempio i metalli, è noto che non esistono processi di generazione degli elementi pesanti della tavola periodica in un sistema come quello terrestre, a meno che il pianeta non sia in grado di compiere processi di fusione nucleare come quelli attivi nei corpi stellari. Oppure hanno scoperto la pietra filosofale e non ce l'hanno detto?

Paolo Marani ha detto...

X Meco: Le cose che dici sono ovvietà, certamente che la terra non ha capacità intrinseche di generare risorse, se non in tempi geologici.

Purtroppo, i fautori del "business as usual" sono duri da estirpare, perchè troppo bello è per loro vivere al di sopra delle possibilità che continueranno ad inventare qualsiasi cosa pur di continuare a crederci all'infinito.

Comunque tranquilli, le risorse non finiranno tanto presto, e c'è pur sempre il riciclo spinto a disposizione per rimettere in circolo le risorse che non potremmo più estrarre dalla terra.

Ecco per inciso perchè ogni volta che si incenerisce si commette un reato, anche seppellire è un reato, ma almeno lascia la possibilità futura teorica di riuscire a ritirarci fuori qualcosa.

noalgore ha detto...

@ Meco
La frase "quindi possiamo permetterci di fare le peggiori porcherie senza tanti problemi" non l'ho trovata in questo blog, ma mi pare che tutto quello che viene qui postato sia diretto nel senso di continuare sulla strada battuta finora, ovvero quella di ciò che ho definito "porcherie", che si tratti di inquinare in maniera incondizionata, devastare foreste, lasciar estinguere specie animali e molto altro.

E ti pare sbagliato. Nel corso del XX secolo si è assistito sulla Terra alla più grande crescita della ricchezza, della produttività, della salute, delle condizioni di vita e della speranza di vita, la popolazione è aumentata di quattro volte, ed il prodotto lordo mondiale è aumentato di diciassette. L’umanità è riuscita così ad incrementare, e non ad impoverire come dicono i verdi, la capacità di carico del pianeta. In un libro oramai introvabile (anche nelle biblioteche) e mai più ristampato nonostante la grande richiesta troveresti dei dati interessanti: e cioè che la tendenza attualmente in atto circa l’ambiente naturale è verso il miglioramento e non la distruzione, rispetto ad esempio agli anni ’60 (L'ambientalista scettico di Bjorn Lomborg).

A me pare che questa siano più che altro negligenza e riluttanza ad abbandonare uno stile di vita che ci fa molto comodo così com'è.

E cosa vorresti fare ? Fare la tua scelta personale e dare l’esempio oppure costringere gli altri ad “abbandonare uno stile di vita che ci fa comodo così com’è” ? Un esempio per tutti: due “padri" dell’ambientalismo italiano che parlavano bene ma hanno razzolato male: Aurelio Peccei, tre figli e 6 nipoti; Fulco Pratesi, 4 figli (e se ognuno di loro si è comportato come il padre, i nipoti di Fulco sono 16). E questa gente ha predicato la riduzione della popolazione a livello globale (magari proponenedo al massimo 1 figlio per coppia)…

E se mi è permesso direi che il discorso sulla fantomatica infinità delle risorse è una delle affermazioni più scriteriate che abbia mai sentito.

Il libro, al contrario di quello che scrivi, dimostra esattemente che la migliore risorsa è l’uomo, che ha saputo ribaltare tutte le previsioni catastrofistiche sul tema, da quelle di Malthus a quelle di Paul Ehrlich, e le riserve vere di risorse sono ancora ben al di sopra della soglia d’allarme. Circa Ehrlich, nel 1973 aveva profetizzato che nel 1990, pewr l’esaurirsi delle risorse ben 65 milioni di americani sarebbero morti per fame a causa della sovrapopolazione. Ebbene in quell’anno circa 60 milioni di americani avevano invece il problema opposto, cioè erano sovrappeso a causa dela troppa alimentazione.

Ci vogliamo illudere che la Terra abbia una capacità intrinseca di generare o rigenerare risorse?

Non è la Terra che può generare nuove risorse ma l’uomo che attraverso la tecnologia ha dimostrato e continua a dimostrare di essere in grado di trasformare le materie in nuove risorse adatte ad affrontare le problematiche contingenti.

Se prendiamo come esempio i metalli, è noto che non esistono processi di generazione degli elementi pesanti della tavola periodica in un sistema come quello terrestre, a meno che il pianeta non sia in grado di compiere processi di fusione nucleare come quelli attivi nei corpi stellari. Oppure hanno scoperto la pietra filosofale e non ce l'hanno detto?

Circa i metalli: Ne I limiti dello sviluppo, 1972, tabella IV alle pagg 52-55, si prevedeva la fine dell’oro sulla Terra già nel 1981, di argento e mercurio nel 1985, dello zinco nel 1990 e del petrolio nel 1992. Per quanto riguarda i quattro metalli più usati, queste sono invece le stime attualmente più plausibili circa le riserve: alluminio 276 anni, ferro 300 anni, rame 52 anni, zinco 54 anni. Il libro mostra chiaramente come queste riserve siano correlate ai parametri economici: allo scarseggiare di una materia diventa vantaggioso economicamente effettuare nuove ricerche ed estrazioni che in precedenza erano svantaggiose. Quindi la soglia della riserva, è dimostrato, si sposta sempre più in là nel tempo.

noalgore ha detto...
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Paolo Marani ha detto...

@Algore: Ne "i limiti dello sviluppo" non si preannuncia affatto la fine delle risorse minerarie per l'oro, l'argento, vari metalli, bensi il raggiungimento del picco, cioè il punto in cui la produzione non riesce a stare al passo con la domanda, pertanto si ha un declino di produzione costante ed inesorabile.

Il problema non è se si verificherà, ma solo quando, e su questo c'è un ampio margine di incertezza che sia gli ambientalisti che gli sviluppisti stiracchiano a rispettivo vantaggio.

Malthus poi, secondo me si è solo sbagliato di una cinquantina d'anni, non credo che le sue profezie, in ogni caso figlie di un periodo, quello di inizio 800, che è ben lontano dall'avere concepito le rivoluzioni agricole ed industriali odierne.

Il problema è solo rimandato.

NoAlGore, spero che tu non ti metta a censurare chi esprime giudizi e opinioni affatto volgari e irriverenti. Se ti ho offeso mi scuso, ma talvolta le sento sparare troppo grosse per non intervenire.

Meco ha detto...

Ho finito di leggere proprio in questi giorni "I nuovi limiti dello sviluppo" e devo dire che se il mondo che si auspicano gli autori è il totalitarismo ambientalista che è stato paventato non ne avrei così tanta paura...

Poi mi sembra che gli autori si premurino più volte di evidenziare il fatto che la svolta verso un mondo sostenibile debba necessariamente derivare da una combinazione di azioni e provvedimenti, fra cui la riduzione della crescita demografica, ma non intesa come spauracchio per cui chi fa troppi figli è un criminale, quanto come un controllo della natalità come quello effettivamente attuato tramite metodi anticoncezionali canonici nei paesi sviluppati e ancora non esercitato in quelli in via di sviluppo, dove il problema della sovrappopolazione è più grave.

E il metodo proposto per farlo non è terroristico, bensì si tratterebbe di cercare di aiutare questi paesi a raggiungere un livello di benessere accettabile, da cui deriverebbe una fisiologica riduzione della natalità.

Ma per far questo sarebbe necessario che i paesi sviluppati sacrificassero un pò del loro smisurato benessere in favore delle popolazioni più deboli.

Ecco, questo per molti di noi significa peggiorare le proprie condizioni di vita, ma siamo sicuri che sia proprio così?

noalgore ha detto...

@ MaRaNtZ
"Ne "i limiti dello sviluppo" non si preannuncia affatto la fine delle risorse minerarie per l'oro, l'argento, vari metalli, bensi il raggiungimento del picco, cioè il punto in cui la produzione non riesce a stare al passo con la domanda, pertanto si ha un declino di produzione costante ed inesorabile."

Alle pagg 52-55 della sesta edizione italiana del 1974 c'è la Tab. IV che recita:
Oro 9 anni e Argento 13 anni sotto la colonna Indice esponenziale. La nota sottostante recita: "L'indice esponenziale si definisce come il numero di anni di durata prevedibile delle riserve accertate, in base ad un indice di consumo esponenziale crescente". Quindi la lettura che ne faccio io, e del resto anche quella dei due autori del libro (Cascioli e Gaspari), è che si tratti effettivamente di stime (limite) di durata delle due materie prime nel caso (paventato) che i consumi fossero aumentati. Col senno di poi: i consumi sono aumentati ma le materie prime non si sono esaurite nei termini previsti da "I limiti dello sviluppo".

Paolo Marani ha detto...

@noalgore:

Non ho sottomano l'edizione originale, solo la nuova, che in sostanza ribadisce gli stessi concetti.

Il pundo focale sta nell'ipotesi di "crescita esponenziale". Quando la crescita è esponenziale, c'è un raddoppio dell'estrazione della risorsa ogni "tot" anni, se fosse anche solo del 2% ci sarebbe un raddoppio ogni 17 anni.

Un errore anche minimo delle stime, viene amplificato da uno sviluppo esponenziale molto poco, un errore anche minimo nel "tasso" di incremento, invece, modifica l'esponenziale di tantissimo, in maniera a volte sorprendente.

Pertanto, le cose sono tre, le stime delle riserve non erano accurate (si sposta il problema di una decina d'anni al max), il tasso di espansione non era accurato (può incidere molto), oppure la terza ipotesi è che la crescita NON E' PIU' ESPONENZIALE.

La tesi del libro è semplicemente che una crescita esponenziale, in presenza di feedback positivi ed in sistemi con ritardi, genera un collasso. Questo è incontrovertibilmente vero perchè deriva da una banale analisi della dinamica del sistema. Qualsiasi sistema di ordine superiore al secondo (tanto più se non lineare) ha prima o poi un collasso in una ipotesi esponenziale.

Credo tu non abbia quindi capito lo spirito del libro, che serve a delineare "scenari" e non ad effettuare "previsioni".

Con tutta probabilità, essendo una crescita esponenziale perenne impossibile, ed essendosi il collasso non verificato, possiamo auspicarci SOLO (e non ci sono alternative matematiche a questo) di seguire una curva logistica a campana, con il suo massimo da qualche parte, oltre al quale la disponibilità della risorsa decresce gradualmente.

Questo non è un pericolo, è ciò che l'autore si AUSPICA! C'è una bella differenza.

Una lettura superficiale come la tua, senza apprezzare il lato matematico dei modelli proposti, parte dal fraintendimento che l'autore voglia "gufare" sostenendo delle ipotesi catastrofistiche, invece non è affatto vero.

Il libro è estremamente ottimista, ma non nasconde le difficoltà, come ha ben notato meco, propone anzi delle soluzioni valide e applicabili fin da ora.

@Meco: Sono contento che tu lo abbia apprezzato, è una delle analisi più accurate e sincere che mi sia capitato di leggere da tanti anni, dentro ci trovi spiegato tutto, dal picco del petrolio alla sovrappopolazione alle relazioni fra lavoro, economia, inquinamento, credo che dovrebbero insegnarlo in qualsiasi corso serio di economia.

Meco ha detto...

Per MaRaNtZ

Mi trovi d'accordo su tutto, il libro va letto con un certo approccio, perchè ci vuole un attimo a concludere che gli autori stanno gufando e sono dei catastrofisti se è letto superficialmente.

E quoto quando dici che andrebbe insegnato in un corso di economia, visto che gli economisti hanno le loro responsabilità nella creazione dell'attuale sistema basato sulla crescita economica.

A me ha dato un quadro molto chiaro della situazione e sto cercando di consigliarlo a quanta più gente possibile.

noalgore ha detto...

MaRaNtZ ha detto:
"Non ho sottomano l'edizione originale, solo la nuova, che in sostanza ribadisce gli stessi concetti"
Ma aveva anche scritto precedentemente:
"Prendo atto comunque che l'autore del post si è avvalso delle tesi del libro, propagandandole come vere, senza averlo nemmeno letto, come è normale in chi filtra le informazioni a suo uso e consumo."
Quindi lui accusa gli altri di non leggere i libri, poi però ammette lui di non aver letto un determinato libro (fondamentale per intervenire nella discusioone). Nonostante questo, ha scritto:
"Ne "i limiti dello sviluppo" non si preannuncia affatto la fine delle risorse minerarie per l'oro, l'argento, vari metalli, bensi il raggiungimento del picco, cioè il punto in cui la produzione non riesce a stare al passo con la domanda, pertanto si ha un declino di produzione costante ed inesorabile."
Io avevo invece dimostrato il contrario (carta canta), ma poi lui ha scritto:
"Pertanto, le cose sono tre, le stime delle riserve non erano accurate (si sposta il problema di una decina d'anni al max), il tasso di espansione non era accurato (può incidere molto), oppure la terza ipotesi è che la crescita NON E' PIU' ESPONENZIALE."
Perfetto, qui sta il punto e concordo con MaRaNtZ: le stime delle riserve non erano accurate.
Occorre sapere che il libro "I limiti dello sviluppo" è stato sponsorizzato dai Rockefeller e questo ha permesso di farne 18 edizioni in 23 lingue. Aurelio Peccei in seguito ammise che il computer utilizzato per elaborare i dati pubblicati sul libro e per formulare le loro tesi era stato programmato a produrre il risultato desiderato. Disse che ciò era stato fatto perchè le nazioni avevano bisogno di una "schockterapia" se si voleva far loro accettare il controllo della popolazione (Executive Intelligence Review, Special Report, Global 2000: Blueprint for genocide, pag. 16). "I limiti dello sviluppo" è stato una vera e propria frode pseudoscientifica consistente nell’affibbiare al termine "risorsa" un significato ed un valore fisso. Ovvero: fatte le stime delle riserve petrolifere, delle risorse idriche, dei terreni coltivabili, dei giacimenti di materie prime e altre risorse, si faceva il calcolo di quanta popolazione potesse continuare a vivere su questo pianeta. Conclusione: allarme! siamo troppi e bruciamo troppe risorse. Per fare i calcoli ci si avvalse della "analisi dei sistemi" secondo i metodi elaborati in quegli anni dall’Istituto Internazionale di Analisi Applicata dei Sistemi (IIASA), cioè esattamente gli stessi temi di Malthus. In cinque anni di lavoro propagandistico, fiancheggiato ai massimi livelli istituzionali, il Club di Roma preparò il clima adatto per lo shock. In effetti, retrospettivamente è poi stato scoperto che non soltanto la filosofia di fondo de «I limiti dello sviluppo» non regge, ma anche le equazioni lineari dell’analisi dei sistemi, che con la loro asetticità informatica incutevano tanta soggezione, in realtà erano sballate: una truffa che ravvicinava i presunti tempi di esaurimento delle risorse. E c'è ancora chi scrive: "credo che dovrebbero insegnarlo in qualsiasi corso serio di economia".

noalgore ha detto...

Lettura consigliata: L’impostura del Club di Roma, di Philippe Braillard, Edizioni Dedalo, 1983

Cambiare rotta o scomparire, questo è il dilemma che, secondo il Club di Roma, l'umanità deve sciogliere con drammatica tempestività: la crisi energetica, la politica degli sprechi, i disastri ecologici, i problemi della fame e del sottosviluppo sarebbero gli incontrovertibili, allarmanti segnali premonitori di una catastrofe mondiale tanto imminente e irreversibile da comportare il rischio dell'estinzione della specie umana. Ma il preteso rigore scientifico e la decantata neutralità ideologica di queste ipotesi nascondono, secondo l'autore, i veri obiettivi del Club di Roma: razionalizzare l'economia e la politica del pianeta attraverso una gestione degli interessi dell'umanità che guardi al modello tecnocratico delle imprese multinazionali".

Si può ordinare direttamente presso le Edizioni Dedalo di Bari, oppure leggere online qui.

Paolo Marani ha detto...

Ma perchè, santo iddio, devo sempre tornare quì a spiegare le cose ?

algore, quanto tu scrivi non meriterebbe risposta, tranne per il fatto che è manifestamente falso e/o vittima di pregiudizio.

Trovami nel testo le parole "scomparire", "catastrofe mondiale", "imminente e irreversibile", "scomparsa della specie umana".

Il fatto che assolutamente non ci sono, non ti fa venire il dubbio che ti stai pigliando per i fondelli da solo ?

Ma un po di spirito critico e di onestà intellettuale, ce le vogliamo mettere ?

Lo ripeterò fino alla nausea, fare ragionamenti su modelli, non significa fare delle previsioni, ma evidenziare dei potenziali rischi. Ipotesi di "collasso" di un sistema, non significa che la stirpe umana si estinguerà, così come il "collasso" dell'impero romano, pur prevedibile, non è emerso in un giorno, ma in secoli.

Se nemmeno una crisi a livello globale come quella che stiamo vivendo ora (per fortuna attualmente solo finanziaria) non è stata in grado di aprirti gli occhi, cosa mai ci può riuscire ?

Come si può fare a convincerti che sei accecato da una forma di ideologia che non c'entra con la razionalità umana ?

Se corro in automobile, posso calcolare il rischio che corro, posso anche ipotizzare che affrontando una certa curva ad alta velocità rischio di spiaccicarmi contro un muro, non è però una previsione che questo realmente accada... posso sempre cercare di affrontare la curva ad una velocità non pericolosa.

Oggi, di cose "pericolose" ne stiamo facendo anche troppe, fra cambiamenti climatici, uso dissennato delle risorse, crescita abnorme della popolazione mondiale, inquinamento, accumulo dei rifiuti, economie di carta basate sul debito, esaurimento dell'energia fossile, guerre, rischi nucleari.

Viviamo in un mondo che è quasi un miracolo abbia mantenuto un suo fragile equilibrio, perchè vuoi rovinarlo così per poco ?

Ma fanculo il Club di Roma, Bildenberg, nuovo ordine mondiale, e cazzate simili, il fatto è che gli esperimenti che stiamo facendo sulla nostra pelle sono rischiosi, e non sarà certo qualche tesi complottistica sempliciotta a lavarci le coscenze.

Io non sono pronto a scommettere sul futuro mio e dei miei figli per le tue paranoie.

Quindi, smettiamola per favore di scrivere sciocchezze. Grazie.

noalgore ha detto...

@ MaRaNtZ
Trovami nel testo le parole "scomparire", "catastrofe mondiale", "imminente e irreversibile", "scomparsa della specie umana".

Il fatto che assolutamente non ci sono, non ti fa venire il dubbio che ti stai pigliando per i fondelli da solo ?


Quale sarebbe qusto "testo" dove le parole "non ci sono" ?

Il libro L’impostura del Club di Roma, di Philippe Braillard tratta della "strategia" del Club di Roma, estrinsecatasi in decine di pubblicazioni (i famosi "rapporti"). Non hanno dato alle stampe il solo "Limiti allo sviluppo"...