venerdì 26 giugno 2009

Nel Mediterraneo non ci sono processi di riscaldamento in atto

Cambi di stagione
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Ma secondo gli esperti il Mediterraneo non doveva diventare una specie di stagno abitato da pesci tropicali nel giro di qualche anno?

CRONACA- 17 GIU 2009 In corso a Trieste convegno OGS su Oceanografia Osservativa Roma, 17 giu. (Apcom) - Nel Mediterraneo non ci sarebbero processi di riscaldamento delle acque in atto. E' uno dei risultati preliminari ottenuti dalle ricerche svolte nell'ambito di MedArgo, il "sister-project", coordinato da Ogs, che si occupa dello studio specifico del Mar Mediterraneo e dei Paesi che vi si affacciano e che fa parte di Euro-Argo, la componente europea del progetto internazionale Argo. Ed è sull'obiettivo di Argo e cioè, l'analisi intensiva dei mari per capire quale sia l'impatto del clima e del riscaldamento globale sulle acque del nostro pianeta e, di conseguenza, anche sugli ecosistemi, che 60 scienziati europei confrontano dati e conoscenze al Secondo Convegno EuroArgo sull' Oceanografia Osservativa, in corso a Trieste, organizzato dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, OGS. Per studiare i parametri fisici e chimici delle acque dei mari l'OGS utilizza speciali strumenti chiamati "profilatori float", una sorta di tubi cilindrici alimentati da batterie che vengono rilasciati in mare e affidati alle correnti. Sono apparecchiature a perdere, che nel corso della loro vita (funzionano per circa 3-4 anni) eseguono da 150 a 200 profili. "Questi strumenti - racconta Pierre-Marie Poulain, responsabile del Remote Sensing Group in OGS e coordinatore di MedArgo - scendono a una profondità media di 350 metri e vi restano per cinque giorni. Poi fanno una rapida puntata a 2000 metri e, risalendo, misurano i parametri fisici della colonna d'acqua e li inviano ai satelliti. Il tutto, in tempo reale: i dati rimbalzano ai centri di ricerca, sparsi in tutto il mondo, dove vengono elaborati, gestiti e diffusi alla comunità di scienziati". Attualmente sono circa 3mila i profilatori in tutto il mondo distanziati l'uno dall'altro di circa 300 chilometri, nei mari europei se ne contano 800, e, nel Mar Mediterraneo in particolare, ci sono 23 di questi strumenti con l'obiettivo di portarli a 30 per avere una copertura totale del bacino. OGS oltre a coordinare la messa a mare dei profilatori, si occupa anche della raccolta dei dati registrati sulle caratteristiche delle correnti, sulla temperatura e salinità. I ricercatori triestini sono, infatti, tra i pochi a possedere le competenze oceanografiche e la capacità di effettuare il controllo di qualità necessario. Finora MedArgo ha raccolto una serie di dati che illustrano ciò che sta succedendo nel Mediterraneo. "La corrente del Mediterraneo - aggiunge ancora Poulain - è un motore importante della circolazione locale, perché influenza tutti i moti di questo mare chiuso. Quel che possiamo anticipare sulla base delle informazioni raccolte, fino ad ora, è che non risultano processi di riscaldamento in atto. Ma potremo essere più esaurienti solo al termine del progetto con in mano i dati finali".

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