Zbigniew Jaworowski ha scritto recentemente su NZCPR.org:
"In un editoriale su un settimanale polacco ho commentato recentemente la considerevole riduzione delle temperature globali nel 2008 e durante gli ultimi 10 anni. Non è stata una sorpresa perciò vedere la forte reazione da parte dei collaboratori polacchi dell’IPCC, che negano l’esistenza del raffreddamento. La sorpresa è stata invece dover sentire da quel pulpito frasi come “cospirazione climatica mondiale” e “colossale complotto internazionale”. Personalmente non ho mai usato queste parole e nemmeno accenno ad idee simili. Forse l’idea gli è venuta dai dati e dai fatti che ho presentato, e che mostravano la debolezza dell’ipotesi del riscaldamento globale antropogenico. Senza la presenza di fattori irrazionali di matrice politica ed ideologica, è realmente difficile capire perché così tante persone credono che l’uomo sia la causa del Periodo Caldo Moderno, cosa che non è mai stata provata con evidenza scientifica. Procediamo perciò alla discussione di alcuni di questi fattori."
Strong ha svelato il suo paradigma in una intervista: “Cosa succederebbe se un gruppo ristretto di leaders mondiali arrivasse alla conclusione che il rischio principale per la Terra derivi dal comportamento dei paesi ricchi ? Per la sopravvivenza del pianeta, questi paesi ricchi dovrebbero raggiungere un accordo per ridurre il loro impatto sull’ambiente. Lo farebbero veramente ? In conclusione il gruppo direbbe “no”. I paesi ricchi non lo farebbero. Non vogliono cambiare. Così, per salvare la Terra, il gruppo si chiede: Non è forse la sola speranza per il pianeta che la civiltà industriale collassi ? Non è forse nostra responsabilità quella di favorire questo ? Questo gruppo di leaders mondiali forma una società segreta per portare l’economia al collasso (Wood 1990). Il tema climatico è divenuto attualmente forse il principale nell’agenda delle Nazioni Unite e dei politici, per lo meno essi dicono così [1]. E’ divenuto anche un tema morale. Nel 2007, rivolgendosi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Gro Harlem Brundtland, l’inviato speciale del Segretaro Generale ONU sui cambiamenti climatici, ha così stigmatizzato le riserve degli scettici: “E’ irresponsabile, sconsiderato e profondamente immorale mettere in dubbio la serietà ed il reale pericolo dei cambiamenti climatici”. Ma in precedenza la moralità da “spaventali a morte” dei “climatisti [2] fu spiegata da Stephen Schneider, uno dei loro maggiori guru: “Da una parte, come scienziati siamo eticamente vincolati al metodo scientifico, promettendo effettivamente di dire la verità, tutta la verità e nient’altro…Ma dall’altra, non siamo solo scienziati ma esseri umani…abbiamo bisogno di stabili supporti per catturare l’immaginazione del pubblico. Il che significa, naturalmente, avere il supporto della copertura mediatica. Così dobbiamo rappresentare scenari paurosi, drammatizzare e semplificare le nostre affermazioni, e metterci dietro le spalle eventuali dubbi…Ognuno di noi deve decidere il giusto equilibrio tra l’essere efficaci e l’essere onesti (Schneider 1989) .
Al Gore offre lo stesso standard morale “Credo sia appropriato esagerare l’effettiva rappresentazione di quanto sia pericoloso il Riscaldamento Globale di origine antropica, affinchè l’audience sia disposta ad ascoltare con la giusta attenzione quali siano le soluzioni”. (Gore 2006). Sullo stesso filone troviamo Rajendra Kumar Pachauri, il presidente dell’IPCC, che ha così commentato sul Quarto Rapporto dell’IPCC: “Spero che questo sciocchi la gente e i governi fino al punto da fargli prendere seri provvedimenti” (Crook 2007). Così si evince che l’IPCC non ha ambizioni di presentare una situazione climatica obiettiva, ma piuttosto intende “scioccare” la gente affinchè intraprenda azioni che seppur non avranno effetti sul clima (NIPCC 2008), ne avranno invece di disastrosi sull’economia globale e sulla società. L’implementazione di queste misure provocherebbe lo smantellamento del sistema energetico globale, la forza primaria che dirige la nostra civiltà. Questo è ciò che hanno in mente apparentemente Maurice Strong ed altri leaders del movimento ambientalista."
(continua sul sito del the New Zealand Centre for Policy Reasearch)
4 commenti:
La solita immondizia mediatica
Non direi proprio che si tratti di immondizia mediatica. Esempi di immondizia mediatica sono invece certe ondate di articoli, falsamente pietistici e realmente terroristici, che hanno lo scopo di scioccare e preoccupare l’opinione pubblica, esattamente seguendo le linee strategiche volute dei serristi e così bene descritte da Z. Jaworowski. Prendiamo ad esempio la “favola” degli Orsi polari alla deriva dopo che si era sciolto il ghiaccio sotto i loro piedi, vicenda riassunta qui. Ebbene, lo stesso Jaworowski afferma che durante il Riscaldamento Olocenico avvenuto fra 7.800 e 9.500 anni fa, che fu la scintilla che fece nascere l’agricoltura e di conseguenza le grandi civilizzazioni, la temperatura dell’Artico era superiore di 7° rispetto ad oggi, ma gli Orsi polari e molte altre specie vi sopravvissero, e stettero anche meglio rispetto ai precedenti periodi freddi [Jaworowski Z. (1990b) Influenza dei cambiamenti climatici sulla vita animale nell'Arctico. Capitolo 7 in R. Hanson (ed.) Influenza dei cambiamenti climatici nelle regioni polari (in Norvegese). pp. 102-118. Norsk Polarinstitutt]
Ciao Pande,
ti ho aggiunto poco fa sul mio blog...
Prova a dare una occhiata a questa risorsa, serve un po di inglese ma sono convinto che non avrai problemi
http://www.chrismartenson.com/environmental_data
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