Fronte e Centro
Chiaramente la GIM è nata per trarre vantaggi economici dal commercio delle quote di anidride carbonica. La quota associativa alla CCX è attualmente volontaria. Ma se verrà un giorno che il governo federale USA richiederà obbligatoriamente a chi emette gas serra – cioè praticamente tutti – di partecipare al cap-and-trade, allora chi avrà creato un mercato per lo scambio delle quote sarà nella posizione di controllarne le entrate economiche. E questo fa muovere Al Gore al fronte e al centro. Come politico, Al Gore è per la trasparenza, ma in qualità di presidente della GIM se ne sta in disparte, secondo la rivista Forbes. Infatti l’opinione pubbica non è al corrente delle finanze della sua compagnia, da dove ottenga i fondi e quali progetti stia supportando.
Si sa che la Goldman Sachs ha commissionato a tre istituti, il World Resources Institute (affiliato alla CCX), il Resources for the Future e il Woods Hole Research Center uno studio di ricerca sulle opzioni politiche degli USA sulla regolazione dei gas serra. Nel 2006 la Goldman Sachs ha finanziato tali ricerche per 2,3 milioni di dollari. Ha inoltre speso 1 miliardo di dollari per progetti sulle compensazioni, una cifra esorbitante per progetti che riguardano la generazione di energia da fonti diverse da petrolio e gas. Nell’ottobre del 2006 la Morgan Stanley si è impegnata a investire 3 miliardi di dollari in progetti di misure compensative. La Citigroup è entrata nel mercato delle quote nel maggio 2006 e così ha fatto anche la Banca d’America nel giugno successivo.
Alcuni gruppi ambientalisti hanno cominciato ad opporsi ad Al Gore ed ai suoi amici banchieri investitori. Ad esempio dicono che il gruppo di Al Gore provvede ai bisogni di chi è in grado di mettere a disposizione mezzi finanziari per entrare nel mercato delle quote di anidride carbonica. Il bollettino del World Rainforest Movement dice che membri dell’IPCC (l’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’ONU) si preparano a trarre vantaggi economici appoggiando le imprese di Al Gore nel campo della negoziazione delle quote. L’IPCC, dicono i critici, da una parte ha la maggior voce in capitolo a livello scientifico su ciò che è considerato l’impatto dei gas serra sul riscaldamento globale, dall’altra approva un meccanismo che alla fine è fondamentalmente promotore del concetto ipocrita della negoziazione dell’anidride carbonica.
L’organizzazione no-profit Winrock International è un esempio di ente associato all’IPCC che cerca attivamente gruppi ed individui interessati al mercato delle quote di anidride carbonica. La Winrock, con sede nell’Arkansas, fornisce a livello mondiale “consulenze nel campo della CO2”. La Winrock ha ricevuto finanziamenti governativi da EPA, USAID e dal Dipartimento Lavoro, Stato e Commercio, cosi come dalla Nature Conservancy (che ha avuto come ex presidente Henry Paulson). La Winrock sostiene che le negoziazioni cap-and-trade siano il miglior modo per prevenire la crisi dovuta ai cambiamenti climatici. Ma occorre considerare questo: quando una organizzazione no-profit ottiene denaro dalle compagnie petrolifere e patrocina la trivellazione del suolo per la ricerca di idrocarburi come una soluzione alla penuria di energia, viene sicuramente attaccata come uno strumento nelle mani del Big Oil. Finora però i gruppi collegati ad Al Gore hanno evitato simili attacchi.
Quindi viene il World Resources Institute (WRI). E’ stato il primo gruppo non governativo ad aderire alla CCX come membro associato (una definizione per quei soci le cui emissioni di gas serra sono trascurabili). Molti dei suoi donatori sono soci della CCX oppure sono nel campo delle negoziazioni delle quote, come Shell Foundation, Whole Foods Market, Nature Conservancy, American Forest and Paper Association, Pew Center for Climate Change, così come il Rockefeller Brothers Fund e la Fondazione Ford (anch’essa collegata al clan Rockefeller).
Ora siete in grado di collegare i punti
Nel giugno del 2006 la banca Mondiale ha annunciato la sua adesione all CCX, affermando che intendeva compensare le sue emissioni di gas serra per mezzo dell’acquisto di crediti attraverso la CCX. La Banca ha aggiunto che i suoi crediti contribuiranno al restauro di 4.600 ettari di pascoli degradati in Costa Rica. In qualche modo, la CCX ha calcolato che questo equivale alle 22.000 tonnellate metriche di emissioni che la Banca afferma essere create dalle sue attività.
Un blog della Banca Mondiale dal titolo Private Sector Development Blog pubblica con regolarità articoli che informano sulle attività di Al Gore e sul concetto dei crediti di anidride carbonica. Vi vengono annunciate iniziative “verdi” nelle quali i crediti sono ritenuti in grado di cancellare le “cattive” emissioni di CO2 rilasciate dalle attività della compagnia.
Infatti la Banca Mondiale ora ha istituito una unità di finanziamento per l’anidride carbonica che conduce ricerche su come sviluppare e negoziare i crediti di anidride carbonica. La Banca opera in Italia, Olanda, Danimarca e Spagna per realizzare in ogni paese fondi per l’acquisto da compagnie private di crediti di emissioni da usare in paesi in via di sviluppo. Inoltre, la Banca gestisce il Fondo Europeo per l’Anidride Carbonica per aiutare i paesi a rientrare nei parametri del Protocollo di Kyoto. Questi fondi sono trattati dalla ECX (metà della quale appartiene alla CCX, essa stessa una creatura della compagnia di Al Gore, la GIM). Riusciamo ora ad unire i singoli punti ?
Un sito affiliato a “Una scomoda verità” di Al Gore invita i cittadini preoccupati a lottare personalmente contro il riscaldamento globale attraverso la compensazione della propria “impronta ecologica”. Il modo per fare ciò include di passare alle lampadine fluorescenti a risparmio energetico e allo spegnimento dei termostati a casa propria. Ma il sito chiede anche con urgenza ai cittadini americani di compensare le proprie emissioni di CO2 per mezzo dell’acquisto di quote da una compagnia gestita da nativi americani chiamata Native Energy. Native Energy promuove l’energia eolica per mezzo della compra-vendita di crediti di CO2 e futures per la realizzazione di turbine eoliche nelle riserve indiane.
Ciò che il sito non menziona è che il fondatore di native Energy, il veterano dell’industria energetica Tom Boucher, ha fondato anche una compagnia di marketing chiamata Green Mountain Energy, un’associata alla CCX che si autodefinisce “il fornitore principale americano al dettaglio di energia pulita e soluzioni di compensazione delle emissioni. Green Mountain offre a clienti residenziali, di affari, istituzionali e governativi un modo facile per comprare prodotti elettrici puliti e accessibili, così come l’opportunità di compensare la propria impronta ecologica”. In altre parole, Green Mountain vende servizi di consulenza agli utilizzatori di energia, informandoli sull’opportunità di investire in gruppi come Native Energy.
Così sembra che banche ed aziende di investimento stiano diventando verdi, impazienti di entrare nel mercato emergente delle emissioni. Allo stesso tempo, gli ambientalisti stanno scoprendo nuovi modi per diventare ricchi credendo di salvare gli Orsi polari e le foreste pluviali.
Gli agitatori no-profit di Al Gore
Nel 2006 Al Gore ha fondato il proprio gruppo no-profit sulle tematiche del riscaldamento globale, Alliance for Climate Protection, una organizzazione di beneficenza. Il gruppo promuove politiche ambientali più stringenti nel settore privato e specialmente vuole una legislazione sul cap-and-trade così che le compagnie siano forzate ad abbassare le loro emissioni di gas serra e a comprare crediti di emissione.
Il Direttore (CEO) dell’Allenaza è Cathy Zoi, una ex consulente in campo ambientale del Presidente Bill Clinton. Gore è il presidente del consiglio del gruppo, che include attivisti ambientalisti come Theodore Roosevelt IV, il Direttore dell’EPA ai tempi di Clinton Carol Browner, il consulente del Presidente George H.W. Bush sulla sicurezza nazionale Brent Scowcroft ed il direttore dell’EPA dell’era Reagan Lee Thomas. Al Gore ha dichiarato di aver finanziato l’Alleanza con 250.000 dollari ed ha affermato di voler devolvere al gruppo i proventi derivanti dal film “Una scomoda verità”.
Nel settembre 2006 l’Alleanza si è rallegrata quando il governatore dellla California Arnold Schwarzenegger aveva firmato il Global Warming Solutions Act. La California è al sesto posto in graduatoria nelle economie mondiali ed è la 12° in graduatoria per le emissioni di CO2. Il mandato promette di tagliare le emissioni del 25% entro il 2020. Al contrario di altri programmi statali e regionali per tagliare le emissoni di CO2 e promuovere le energie alternative, la legge della California è la prima ad aderire ai programmi cap-and-trade. Ha ottenuto così il supporto dei litigiosi gruppi ambientalisti, così come quello dei gruppi di affari e finanziari che vogliono entrare nel business della compravendita dei crediti di emissione.
Forzare tutti a giocare
Nel 2007 il Congresso USA aveva considerato un buon numero di progetti di legge per ridurre le emisioni di CO2. Il progetto con le maggiori chances era quello sponsorizzato da John McCain e Joseph Lieberman. Si applicherebbe all’intera economia americana, ridurrebbe le emissioni a stralci (ai livelli del 2004 entro il 2012, ai livelli del 1990 entro il 2020 e al 60% dei livelli del 1990 entro il 2050) e darebbe il via libera al mercato del cap-and-trade per i crediti di emissione
Ora perciò vi è una grande spinta a forzare l’azione da parte dell’Amministrazione Bush. Il 14 maggio del 2007 il Presidente Bush ha firmato un ordine esecutivo per far si che le agenzie federali preparino regolamenti accurati entro la fine del 2008 che “taglino il consumo di benzina e l’emissione di gas serra dai veicolo a motore”. Il suo piano “20 in 10” per tagliare i consumi di carburante del 20% nei prossimi 10 anni pone l’accento sui crescenti standards dell’economia dei carburanti per le auto ed i camion leggeri e sull’aumento dell'uso di carburanti alternativi.
Ma Bush non vuole misure obbligatorie su scala nazionale sulle emissioni, ma favorisce tagli volontari alle emissioni di CO2 nel settore privato. Questo è altamente frustrante per i broker, gli imbroglioni ed i gruppi di interesse che vogliono salire sul treno del cap-and-trade. Ci sono miliardi di dollari da guadagnare nel campo delle negoziazioni dei crediti di emissione. Ma prima il governo federale deve forzare tutti a giocare.
Per quanto riguarda Al Gore, l’ex vice Presidente ci mette molto fervore emozionale nella sua crociata contro la CO2. Viaggia in lungo e in largo mostrando schemi e grafici, cita esperti e si appella a filosofi e leader religiosi per salvare il pianeta dal riscaldamento globale. Ma non fa una parola sui suoi soci in affari che bramano di entrare nell’emergente mercato dell’anidride carbonica. Ed i media non prestano attenzione alle compagnie che offrono “servizi di consulenze sulla CO2” e che saranno beneficiate dai controlli federali sulle emissioni di anidride carbonica.
Forse è oramai ora che lo facciano
Deborah Corey Barnes è un’autrice freelance e blogger per Polireport a Washington, D.C.
1 commento:
Bene, Al Gore mi piace sempre meno.
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