Forse Mercalli ritiene di essere la persona giusta per l’evento, dal momento che il 10 dicembre 2005 a Torino al seminario “TAV e modello di sviluppo”, così si epresse citando Aurelio Peccei:
“Peccei ideò e concepì il Club di Roma e diede incarico al MIT di Boston di fare il primo “modello del mondo”. Cioè, in modo molto semplificato: cosa succede se la popolazione umana e i suoi consumi aumentano sempre? Che i consumi aumentino, in linea di principio è giusto... da un punto di vista etico tutti dovrebbero poter mangiare a sazietà, avere la doccia, la lavatrice, la lavastoviglie, e oggi sappiamo bene che miliardi di persone al mondo non hanno tutto ciò e lo desiderano. Le risorse naturali però sono in quantità finita, quindi ci sarà un loro grafico che pian piano scenderà. E poi ci sarà però, per converso, il grafico dei rifiuti e dell’inquinamento che salirà. Allora, mettiamo insieme un po’ tutte queste cose e vediamo dove e come si incontrano queste curve. È semplice: queste curve si incontrano in un punto che è collocato nei primi decenni del nostro secolo attuale. E quando ciò accade, c’è come un precipizio, un collasso della società umana. Ma è ovvio, sono i limiti fisici che vengono a galla, quei limiti che un certo tipo di economia non vuole nemmeno prendere in considerazione.” Mercalli è ritornato sull’argomento anche recentemente, vedi video.
Mercalli si riferisce al Rapporto al Club di Roma sui limiti dello sviluppo, pubblicato nel 1972, il quale prediceva che la crescita economica non potesse continuare indefinitamente a causa della limitata disponibilità di risorse naturali, specialmente petrolio.
Ma notizie di ben diverso tenore possono essere reperite nell’articolo “Energia Nucleare” pubblicato nel numero del luglio 2002 di Solidarietà, il bollettino d'informazione del Movimento Solidarietà, che trovate online qui:
Lo scopo del Club di Roma è riferito da Aurelio Peccei in questi termini:“Il nostro proposito era quello di organizzare un’operazione di commando diretta ad aprire una breccia nella cittadella di autocompiacimento in cui la società si era follemente trincerata ... al Club di Roma è occorso poco tempo per trovare il suo cavallo di Troia e conquistare una prima posizione strategica, in una grande battaglia che è appena iniziata ... È giunto il momento di passare dalla fase di puro choc, indispensabile per svegliare le genti ai pericoli che tutti stiamo correndo, ad una nuova fase di visione positiva.” (A. Peccei – La Qualità Umana, Est Mondadori, 1976).
Il “Cavallo di Troia”, in questa nuova strategia coltivata in ambienti NATO, è la favola della scarsità delle risorse. Non dimentichiamo che Aurelio Peccei fu “ufficialmente” per trenta anni a capo del Consiglio Economico dell’Istituto Atlantico, una succursale civile della Nato. Inoltre il libro di cui sopra divenne la base del pensiero dall’ala politica della NATO.
«I limiti dello sviluppo», il primo di una lunga serie dello stesso genere è una vera e propria frode pseudoscientifica consistente nell’affibbiare al termine “risorsa” un significato ed un valore fisso. Ovvero: fatte le stime delle riserve petrolifere, delle risorse idriche, dei terreni coltivabili, dei giacimenti di materie prime e altre risorse, si faceva il calcolo di quanta popolazione potesse continuare a vivere su questo pianeta. Conclusione: allarme! siamo troppi e bruciamo troppe risorse. Per fare i calcoli ci si avvalse della “analisi dei sistemi” secondo i metodi elaborati in quegli anni dall’Istituto Internazionale di Analisi Applicata dei Sistemi (IIASA), cioè esattamente gli stessi temi di Malthus ...
In cinque anni di lavoro propagandistico, fiancheggiato ai massimi livelli istituzionali, il Club di Roma preparò il clima adatto per lo shock. In effetti, retrospettivamente è poi stato scoperto che non soltanto la filosofia di fondo de «I limiti dello sviluppo» non regge, ma anche le equazioni lineari dell’analisi dei sistemi, che con la loro asetticità informatica incutevano tanta soggezione, in realtà erano sballate: una truffa che ravvicinava i presunti tempi di esaurimento delle risorse.
Nel 1974, gli interessi dei Rockefeller furono i più impegnati nell’organizzazione di una conferenza dell’ONU sul tema della popolazione, a Bucarest, e in tale sede cercarono di far approvare misure di controllo demografico.[...]L’anno successivo il Rockefeller Brothers Fund varò il progetto “Environment Agenda Task Force”, diretto da Gerald O. Barney, allo scopo di inquadrare tutto il movimento ecologista negli USA, che fino ad allora procedeva in ordine sparso.
In parallelo, il tema malthusiano diventò l’argomento di lavoro principale anche al Council on Foreign Relations (CFR), il principale centro studi della politica USA. Il CFR mise in cantiere il “Project 1980s”, affidato alla direzione di Cyrus Vance, Zbigniew Brzezinski e Paul A. Volcker che di lì a poco si trasferiranno al governo, sotto Carter, per ricoprire rispettivamente gli incarichi di Segretario di Stato, di Consigliere di Sicurezza Nazionale e di governatore della Federal Reserve. Il progetto anni Ottanta e la Task Force rockefelleriana, che riuniva le 13 principali formazioni ecologiste USA, arrivarono alle stesse identiche conclusioni, che furono riassunte nella “The unfinished agenda”:
Secondo lo studioso dr. John Coleman (Conspirators' Hierarchy: The Story of the Committee of 300. American West Publishers, 1992)“il Club di Roma è un gruppo di copertura, un matrimonio tra i grandi investitori anglo-americani e delle vecchie famiglie oligarchiche europee. La chiave per la riuscita del controllo globale sta nella capacità di provocare e quindi di gestire grandi crisi economiche"
Il Club di Roma ha delineato la politica della NATO fino ad oggi, e le due organizzazioni interagiscono come una sorta di vasi comunicanti. Sempre nel suo libro, John Coleman definisce Bettino Craxi come "importante membro del Club di Roma e uomo chiave della Nato"
"Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all'occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti... pertanto... dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite troppo frequenti degli orrori della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di distruzione che noi costringiamo la natura ad usare.
Thomas Malthus, Saggio sui principi della popolazione.
"Cercando un nuovo nemico contro cui unirci, pensammo che l'inquinamento, la minaccia dell'effetto serra, della scarsità d'acqua, delle carestie potessero bastare... Ma nel definirli i nostri nemici cademmo nella trappola di scambiare i sintomi per il male. Sono tutti pericoli causati dall'intervento umano... Il vero nemico, allora, è l'umanità stessa".
Club di Roma, The First Global Revolution, 1991
"Gli uomini continuano a vivere sul pianeta come i vermi sulla carogna: divorandola. Sanno che alla fine moriranno, ma continuano a divorarla."
Aurelio Peccei - Intervista - La Repubblica, 31 dicembre 1980
"Che cos'è l'Homo Sapiens? il capolavoro della natura o un refuso sfuggito al controllo della selezione immediata?...
"Un comportamento aberrante della nostra specie la rende gravemente colpevole davanti al tribunale della vita. Si tratta di una proliferazione esponenziale che non si può definire che cancerosa....
"Sotto gli effetti accumulati della liberazione della scienza dai dogmi classici decollano la rivoluzione industriale, quella scientifica e infine quella tecnologica... l'uomo acquista un potere esorbitante che va al di là del suo sapere..."
Aurelio Peccei "Cento pagine per l'avvenire", Mondadori 1981
3 commenti:
Non mi è simpatico Malthus, anche perché era contrario alla contraccezione, però quelle citazioni mi insospettiscono. Ho dato un'occhiata al suo saggio e non le ho trovate.
Mi potresti citare quei brani in lingua originale o almeno dirmi in quale capitolo sono?
Ho verificato che le citazioni di Malthus sono vere. Si trovano nell'ultima edizione dell'opera (libro 4, capitolo 5).
Questo è ciò che proponeva Malthus:
"Judging merely from the light of nature, if we feel convinced of the misery arising from a redundant population on the one hand, and of the evils and unhappiness, particularly to the female sex, arising from promiscuous intercourse, on the other, I do not see how it is possible for any person who acknowledges the principle of utility, as the great criterion of moral rules, to escape the conclusion, that moral restraint, or the abstaining from marriage till we are in a condition to support a family, with a perfectly moral conduct during that period, is the strict line of duty; and when revelation is taken into the question, this duty undoubtedly receives very powerful confirmation."
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