A pag. 9 Ghigi ci rammenta che: "nel primo libro della Genesi sta scritto che Dio ordinò alle acque ed alla terra di produrre le piante e gli animali secondo la loro specie". Per Ghigi quindi il concetto di specie è legato alla creazione da parte di una entità immateriale. Se la specie è stata creata, essa è quindi "distinta dalle altre affini, la sua esistenza è fuori discussione". A pag. 10 Ghigi prende le distanze in modo netto dall'evoluzionismo darwinista: "Tutte le teorie della evoluzione ed in particolare quelle sulla origine delle specie, hanno avuto carattere prevalentemente filosofico, spesso informato a tendenze sociologiche o religiose, che si sono valse di illazioni più o meno logiche ma spesso arbitrarie, tratte da un complesso di osservazioni non affiancate dall'esperimento. Quando questo è stato possibile, fatti e critica hanno quasi sempre dimostrato, che i gruppi considerati non appartengono a specie distinte, ma a razze diverse della medesima specie, così che si può affermare che tutte le teorie sull'origine delle specie sono, nella loro parte sperimentale, quasi esclusivamente teorie razziali". In parole povere, Ghigi, il padre dell'ambientalismo italiano, credente, impronta le proprie tesi, che vedremo poi intrise di acuto razzismo, sulla creazione così come viene narrata nelle sacre scritture, e fa a pezzi l'evoluzionismo darwinista. Non solo, ma fa derivare tutti i concetti razzisti che divulgava, fra l'altro, durante frequenti conferenze (vengono citate nel testo quelle tenute a Bologna, Imola, Faenza, Forlì, Ravenna, Rimini, Ancona, Rovigo, Vicenza e Trieste) dal fatto che le razze dovevano rimanere così come Dio le aveva create, possibilmente ognuno a casa sua (soprattutto quelli con la pelle scura). Come si può vedere, il pensiero attuale di molta gente di strada ha radici lontane...
sabato 21 giugno 2008
Alessandro Ghigi, padre dell'ambientalismo italiano, era creazionista e non evoluzionista
Un consiglio. Prendetevi il tempo ed andate in una delle (poche) biblioteche dove è disponibile il testo: "Problemi biologici della razza e del meticciato" di Alessandro Ghigi (allora deputato fascista) edita da Zanichelli a Bologna nel 1939 (anno XVII dell'Era Fascista tanto cara a Ghigi). A lato trovate un primo elenco di Biblioteche pubbliche dove il libro è disponibile per la consultazione. Il testo consiste di 54 pagine, perciò è leggibile in un pomeriggio. Io l'ho fatto ed ora vi propongo alcuni passi.
A pag. 9 Ghigi ci rammenta che: "nel primo libro della Genesi sta scritto che Dio ordinò alle acque ed alla terra di produrre le piante e gli animali secondo la loro specie". Per Ghigi quindi il concetto di specie è legato alla creazione da parte di una entità immateriale. Se la specie è stata creata, essa è quindi "distinta dalle altre affini, la sua esistenza è fuori discussione". A pag. 10 Ghigi prende le distanze in modo netto dall'evoluzionismo darwinista: "Tutte le teorie della evoluzione ed in particolare quelle sulla origine delle specie, hanno avuto carattere prevalentemente filosofico, spesso informato a tendenze sociologiche o religiose, che si sono valse di illazioni più o meno logiche ma spesso arbitrarie, tratte da un complesso di osservazioni non affiancate dall'esperimento. Quando questo è stato possibile, fatti e critica hanno quasi sempre dimostrato, che i gruppi considerati non appartengono a specie distinte, ma a razze diverse della medesima specie, così che si può affermare che tutte le teorie sull'origine delle specie sono, nella loro parte sperimentale, quasi esclusivamente teorie razziali". In parole povere, Ghigi, il padre dell'ambientalismo italiano, credente, impronta le proprie tesi, che vedremo poi intrise di acuto razzismo, sulla creazione così come viene narrata nelle sacre scritture, e fa a pezzi l'evoluzionismo darwinista. Non solo, ma fa derivare tutti i concetti razzisti che divulgava, fra l'altro, durante frequenti conferenze (vengono citate nel testo quelle tenute a Bologna, Imola, Faenza, Forlì, Ravenna, Rimini, Ancona, Rovigo, Vicenza e Trieste) dal fatto che le razze dovevano rimanere così come Dio le aveva create, possibilmente ognuno a casa sua (soprattutto quelli con la pelle scura). Come si può vedere, il pensiero attuale di molta gente di strada ha radici lontane...
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