venerdì 20 giugno 2008

La BEIC – Seconda parte: il contrabbando della droga.

Il commercio mondiale della droga ebbe inizio con la BEIC e fu in seguito intrapreso anche dalla Dutch East India Company. La BEIC iniziò il suo monopolio sulla produzione ed il commercio dell’oppio in India dopo la conquista inglese del Bengala nel 1757. Secondo John Coleman il monopolio del commercio dell’oppio indiano in Cina fu attuato dalla BEIC col consenso del governo inglese attraverso la sua politica ufficiale. Questo fu uno dei segreti più nascosti, avvolto come fu da storie e leggende fuorvianti, come quelle raccontate da Rudyard Kipling. Oppure da quelle storie di vascelli che attraversavano gli oceani col loro carico di te cinese destinato ai salotti buoni dell'Inghilterra vittoriana. In realtà, secondo John Coleman, la vera storia dell'occupazione inglese in India e delle Guerre dell'Oppio fra Inghilterra e Cina è stata una delle più sporche vicende della civiltà occidentale. Almeno il 13% dei guadagni in India durante il dominio inglese derivava di norma dalla vendita di oppio del Bengala di buona qualità ai distributori inglesi operanti in Cina. Ufficialmente la BEIC si occupava di commercio del tè, ma nessun giornale inglese allora indagava sul fatto che fosse impossibile fare enormi profitti solo col commercio del tè, e che gli ufficiali gentlemen inglesi spediti in India fossero finanziati solamente dalla miseria di milioni di contadini cinesi assuefatti all'oppio. In seguito la Corona Inglese, cioè la Famiglia Reale, si inserì nel commercio della BEIC, e la usò per produrre oppio nel Bengala ed in altre aree dell’India, controllando le esportazioni attraverso quelli che furono chiamati “diritti di transito”, cioè una tassa imposta dalla Corona su tutti i produttori di oppio regolarmente registrati presso le autorità statali che mandavano oppio in Cina. Fino al 1896, quando il commercio era ancora considerato illegale, non ci fu mai nessun tentativo per fermare il commercio di droga, così che colossali quantitativi di oppio furono spediti via mare dall’India a bordo dei “Tea Clippers” alla volta della Cina, quel tipo di vascelli tanto noti nell’immaginario popolare che tutti credevano che trasportassero tè. I mercanti del Bengala ed i loro controllori inglesi insieme ai banchieri divennero grassi e intolleranti a causa dell’enorme ammontare di somme che affluivano nelle casse della BEIC dal commercio dell’oppio con gli sventurati contadini cinesi. I profitti della BEIC, in quegli anni, eccedevano di molto gli attuali profitti di General Motors, Ford e Chrysler messi insieme.
La BEIC aveva sviluppato semi di papavero che davano oppio di ottima qualità nei campi di Benares e Bihar nel bacino del Gange in India, un paese che loro controllavano totalmente. Questo aveva il prezzo più alto, mentre l’oppio di qualità inferiore proveniente da piantagioni in altre zone dell’India era venduto a prezzi più bassi. Non rassegnandosi a perdere il suo commercio lucrativo, al sorgere delle opposizioni cinesi al contrabbando di oppio, la Corona Inglese ingaggiò lotte con le forze cinesi e le sconfisse durante le Guerre dell’Oppio a metà dell’800, che comportarono per la Cina, tra l’altro, la perdita di Hong Kong. Poiché la joint venture BEIC-Governo inglese gestiva il monopolio del commercio dell’oppio, le sole persone autorizzate a realizzare fortune istantanee provenivano dalla nobiltà, dalla aristocrazia, dalle famiglie plutocratuche ed oligarchiche, molti discendenti delle quali fanno parte oggi del Comitato dei 300 così come i loro onorevoli antenati sedevano nel Consiglio dei 300 che dirigeva la BEIC. Questi ultimi erano soci di tutti i maggiori club esclusivi di Londra ed erano per la maggior parte rappresentanti del parlamento, mentre altri, sia in India che in Inghilterra, erano magistrati. Per entrare in Cina era necessario un passaporto rilasciato dalla BEIC, cosicchè se qualche impiccione avesse cominciato ad investigare circa il coinvolgimento della Corona Inglese nel lucroso commercio dell’oppio, il suo passaporto sarebbe stato revocato.

Fonti:
John Coleman, The Conspirators Hierarchy: The Story of the Committee of 300, America West Publishers, 1992

http://www.ampltd.co.uk/collections_az/eic-factory-2/description.aspx

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