venerdì 20 giugno 2008
Alessandro Ghigi, l'ambientalismo e l'ideologia della razza
Avviciniamoci ora alla nascita vera e propria del movimento ambientalistico italiano. L'ambientalismo come militanza, come mission, potrebbe essere paragonato al monachesimo, laddove la mission era ben conosciuta fin nei minimi termini grazie a specifiche "regole" che venivano studiate e ripassate quotidiamanente. Ad esempio, i benedettini conoscevano (e conoscono) a menadito sia la Regola di San Benedetto che la storia della vita del Maestro. Siamo sicuri che sia lo stesso per gli ambientalisti nostrani ?
Michael Crichton, nell'appendice del suo ultimo libro Stato di Paura, scrive di un filo diretto che lega le teorie eugenetiche degli anni '20 e '30 con la teoria del "riscaldamento globale" dei nostri giorni. "Entrambe razziste, avversano lo sviluppo e il progresso delle popolazioni povere".
Alessandro Ghigi (1875-1970) è considerato il padre dell'ecologismo italiano. A lui tra l'altro, è dedicato l'Istituto Nazionale Fauna Selvatica. Il presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi ha definito Ghigi come "l'antesignano di ogni organizzazione della natura nel nostro paese". Si tratta perciò di un padre dell'ideologia ambientalistica italiana. Pochi sanno però che Alessandro Ghigi è stato anche un razzista caparbio, vicepresidente della Società Italiana di Genetica ed Eugenetica (SIGE), che ha partecipato ai congressi internazionali delle società eugenetiche, che ha scritto libri disprezzando ebrei, neri ed altre etnie, che ha firmato il Manifesto della Razza del fascismo nel 1938 con cui ebbe inizio la discriminazione degli ebrei in Italia. Basta scavare un po' dietro la facciata rispettabile di Ghigi per trovare notizie inquietanti, talvolta rimosse dalle biografie ufficiali. Nel suo libro "Problemi biologici della razza e del meticciato" (Zanichelli, Bologna, 1939), Ghigi descrive il tema delle degenerazioni causato dall'incrocio con razze nere che sarebbero "evolutivamente inferiori e geneticamente incompatibili". Per quanto riguarda gli ebrei, nel libro di Giorgio Israel e Pietro Nastasi "Scienza e razza nell'Italia fascista" (il Mulino, Bologna, 1998) si ricorda che due fautori della politica razziale mussoliniana come Guido Landra e Nicola Pende parlano di Alessandro Ghigi come di "uno dei razzisti più estremi". Ghigi era un seguace delle teorie di Thomas Malthus, che vedeva nella crescita della popolazione una minaccia alla natura. Coerentemente con il pensiero darwinista secondo cui in natura sopravvive il più forte, Ghigi aveva abbracciato l'idea eugenetica più radicale, quella di stampo anglosassone e teutonico, secondo cui bisogna applicare una selezione delle razze per moltiplicare i forti ed eliminare i deboli. Nel 1959, dopo alcune esperienze di carattere locale, Ghigi diede vita alla Federazione Nazionale Pro Natura. Nella Carta di Forlì (1973-1981) Pro Natura precisa tutti i fondamenti di quello che negli anni che seguirono è stato il programma di tutte le associazioni ambientalistiche italiane. In pratica vi si sostiene che un aumento dei livelli di vita è da evitare perchè danneggia la natura, e nella stessa Carta, inoltre, si legge: "Occorre giungere a una stabilizzazione del livello della popolzione e, in un secondo momento, ad una progressiva riduzione, date le condizioni di massiccia antropizzazzione e l'alto consumo di risorse tipiche di un paese industriale come l'Italia". L'ideologia malthusiana - specie nell'uso rozzo, contundente e massimalistico che ne hanno fatto politici e attivisti dell'ecologismo - è di fatto uno dei versanti più perniciosi dell'ideologia ambientalistica, quella stessa ideologia da cui peraltro, si arriva all'uomo indicato come "cancro del pianeta"
Tratto da: "Le bugie degli ambientalisti. I falsi allarmismi dei movimenti ecologisti" Secondo Volume. Di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari. Piemme 2007
Aggiungo: Alessandro Ghigi era stato eletto Deputato Fascista il 25 marzo 1934 ed inseguito fu nominato (non eletto) Senatore dell'Italia Fascista dall'allora Ministro dell'agricoltura e foreste Giacomo Acerbo il 6 febbario 1943, con Giuramento in Comitato segreto il 29 aprile 1943. Ha ottenuto le seguenti onorificenze: Commendatore dell'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro e Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia.
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1 commento:
lascio un commento solo per correggere due inesattezze.
durante il regno d'italia si veniva nominati a vita senatori del regno dal re, più o meno come accade ancora oggi in gran bretagna con la camera dei lord.
il 6 febbraio 1943 giacomo acerbo era stato appena nominato ministro delle finanze-tesoro. precedentemente era stato titolare del dicastero dell'agricoltura dal 1929 al 1935.
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