
giovedì 26 giugno 2008
Aurelio Peccei ed il Club di Roma: il lungo inganno dell'ambientalismo
Visto che siamo in tema di "tiro al piccione" nei confronti dei padri dell'ambientalismo italiano...
Questa è la storia di una disillusione, di un disinganno. E' la mia storia.

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Alessandro Ghigi: "Il nostro compito non è quello di elevare il livello delle popolazioni nere"

"I rapporti reciproci fra le diverse raze umane sono stati sempre improntati, secondo il temperamento della razza supariore. Il sistema intransigente è quello degli Anglo-Sassoni e trova il suo fondamento nel fatto che essi sono normalmente frigidi sotto l'aspetto sessuale; non sono inclinati a trasporti sentimentali verso gente di colore, che considerano una umanità di grado molto inferiore alla propria e colla quale è innaturale mescolarsi. In Tasmania l'anglosassone ha completamente modificato a proprio vantaggio le condizioni di esistenza locali, accelerando con la guerra di sterminio la distruzione delle popolazioni indigene. Dopo la guerra di secessione americana, i negri penetrarono nelle città del nord e gli umanitaristi, avendo agio di valutarne la inferiorità intellettuale, li tennero a distanza. Nel sud il Ku-Klux-Klan terrorizzava l'infantile mentalità negra. I negri ne furono intimoriti, si distolsero dall'esercizio del voto e sentirono di nuovo la distanza di razza."
Infine nella sezione "Meticciato", parla di due "sistemi" vigenti nei paesi coloniali, quello cioè che ammette il "meticciato" (vale a dire la prole fra persone di diversa etnia) e quello che lo esclude". Si chiede Ghigi: "Quale dei due sistemi è migliore sotto l'aspetto della razza ? I dati analitici sull'ibridsimo umano, studiati con criterio genetico, sono pochi, tuttavia quellli che vengono citati da questo o quell'autore, concludono a maggioranza con uno studio sfavorevole all'ibrido, specialmente sotto l'aspetto psichico e morale. Qui si deve notare che l'ibrido è per solito figlio di uomo appartenente a razza inferiore e che il primo, generalmente, abbandona madre e figlio al loro destino. L'ibrido cresce adunque in uno stato di rivolta contro la società superiore e contro quella inferiore, che lo respingono come il prodotto del piacere da un lato, del tradimento dall'altro e quando esso, cresciuto, si rende conto della realtà delle circostanze che hanno determinato la propria nascita, odio contro la società e delinquenza si annidano in lui."
Dice ancora Ghigi: "Il Padre Alberto Perbal, capo della organizzazione missionaria francese e perfetto conoscitore dei popoli africani, proclamava in un recente convegno, l'esistenza di popoli superiori e popoli inferiori. Non chiudiamo gli occhi, egli diceva, alla realtà. Senza arrivare al punto di dire che il mulatto è un mostro, si possono legittimamente far rilevare fatti che dimostrano che la nostra epoca non gli è favorevole: il meticcio è condannato al tormento; può essere causa di regresso e disgregazione, una ferita nella evoluzione naturale; la sua presenza in numero notevole solleva problemi estremamente delicati nelle colonie. Il colto sacerdote conclude auspicando una pace fra le razze umane, nella quale ciascuna di esse deve restare ciò che essa è, nella sua felice diversità dalle altre. Parmi che le direttive del regime fascista non possano ricevere migliore approvazione di questa, che gli viene data da un competente sacerdote francese. Il nostro compito in Etiopia è quello di colonizzare mantenendo intatta la superiorità della nostra stirpe, non quello di abbassarne il livello per elevare quello delle popolazioni nere".
Dice ancora Ghigi: "Il Padre Alberto Perbal, capo della organizzazione missionaria francese e perfetto conoscitore dei popoli africani, proclamava in un recente convegno, l'esistenza di popoli superiori e popoli inferiori. Non chiudiamo gli occhi, egli diceva, alla realtà. Senza arrivare al punto di dire che il mulatto è un mostro, si possono legittimamente far rilevare fatti che dimostrano che la nostra epoca non gli è favorevole: il meticcio è condannato al tormento; può essere causa di regresso e disgregazione, una ferita nella evoluzione naturale; la sua presenza in numero notevole solleva problemi estremamente delicati nelle colonie. Il colto sacerdote conclude auspicando una pace fra le razze umane, nella quale ciascuna di esse deve restare ciò che essa è, nella sua felice diversità dalle altre. Parmi che le direttive del regime fascista non possano ricevere migliore approvazione di questa, che gli viene data da un competente sacerdote francese. Il nostro compito in Etiopia è quello di colonizzare mantenendo intatta la superiorità della nostra stirpe, non quello di abbassarne il livello per elevare quello delle popolazioni nere".
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Ecco il Manifesto della Razza sottoscritto da Alessandro Ghigi, padre dell'ambientalismo italiano

Lo trovate nel blog di Corrado.
IL DOCUMENTO STORICO SULLA CUI BASE VENNERO SCRITTE E, QUINDI, EMANATE IN ITALIA DURANTE IL REGIME FASCISTA LE FAMIGERATE“LEGGI RAZZIALI”
Grazie per l'attenzione.
IL DOCUMENTO STORICO SULLA CUI BASE VENNERO SCRITTE E, QUINDI, EMANATE IN ITALIA DURANTE IL REGIME FASCISTA LE FAMIGERATE“LEGGI RAZZIALI”
Grazie per l'attenzione.
martedì 24 giugno 2008
Alessandro Ghigi: "Gli italiani, razza superiore, non si debbono incrociare con le razze inferiori"

Nella sezione "Razze umane e loro migrazioni" spiega (a modo suo) l'origine dei popoli europei: "attraverso le steppe e le foreste nordiche cavalcarono le orde dei nobili Aria che popolarono l'Europa settentrionale, donde puntarono costantemente verso il sud in cerca di sole e di caldo"
Nella parte dedicata agli "Italici", Ghigi scrive: "Sotto l'aspetto biologico, razziale e più precisamente sotto quello dell'integrità fisica della razza, la questione è stata affacciata dal Duce in numerosi discorsi, a cominciare dal 1917, ma è stata impostata come problema politico di primaria importanza colla conquista dell'Impero etiopico." Per spiegare che la specie umana è una sola, cita il caso dei "bastardi" di Rehoboth, frutto dell'"incrocio" di discendenti olandesi con donne ottentotte, le quali secondo Ghigi appartengono "ad una razza fra le più degradate psicologicamente": "l'olandese superiore e l'ottentotta inferiore". Poi dà per scontato che siano note "le qualità proprie di un piemontese o di un lombardo, in confronto a quelle che caratterizzano un calabrese o un siciliano: maggior tenacia, precisione e calma nel primo, maggiore vivacità di pensiero, prontezza ed ardimento nel secondo. Le une e le altre sono proprietà ereditarie che caratterizzano le due sottorazze; esse formano il patrimonio costituzionale di ciascuna popolazione; la loro mescolanza conduce ad una maggiore omogeneità psichica nella sottoraza derivata da quelle e crea la possibilità che nascano uomini dotati di più d'una di quelle proprietà che, raggiungendo la maggior e possibile intensità di grado, formano il genio. Il genio, infatti, non è che l'espressione delle migliori qualità psichiche, razziali ed ereditarie della stirpe, riunite in un uomo." E qual'è il sommo genio degli italiani ? Leggete un po': "E se il popolo italiano vibra di entusiasmo alla parola di Mussolini e pensa ciò che egli pensa e vuole ciò che egli vuole, questo accade perchè il duce nostro esalta in se stesso i più alti valori della stirpe e risveglia nell'animo e nel cuore degli italiani un'immediata corripsondenza di sentimenti, di fede e volontà."
Gli italiani denoterebbero, per Ghigi, "superiorità razziale, manifesta nella massa del popolo italiano, caratterizzato da una laboriosità impareggiabile, da sobrietà, da una capacità che pochi eguagliano". Perciò bisogna "proseguire nell'opera che tende a dare maggiore omogeneità alla razza".
Passando a discutere sugli "Etiopici", Ghigi scrive: "Gli italiani, che appartengono ad una razza superiore, sono oggi chiamati a colonizzare vasti territori dell'Impero etiopico ed a trovarsi di fronte a razze inferiori." "Il problema della convivenza degli italiani cogli etiopici, doveva dunque essere affrontato e risolto in blocco, nei suoi due soli elementi razziali antagonistici e la legislazione fascista ha stabilito che la razza italiana debba vivere e prosperare in Etiopia, accanto ed in collaborazione con le numerose razze di colore, ma senza mescolarsi etnicamente con queste".
Questo sito illustra la pubblicistica fascista improntata al razzismo entro cui si inserisce il pamphlet di Alessandro Ghigi.
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sabato 21 giugno 2008
Alessandro Ghigi, padre dell'ambientalismo italiano, era creazionista e non evoluzionista

A pag. 9 Ghigi ci rammenta che: "nel primo libro della Genesi sta scritto che Dio ordinò alle acque ed alla terra di produrre le piante e gli animali secondo la loro specie". Per Ghigi quindi il concetto di specie è legato alla creazione da parte di una entità immateriale. Se la specie è stata creata, essa è quindi "distinta dalle altre affini, la sua esistenza è fuori discussione". A pag. 10 Ghigi prende le distanze in modo netto dall'evoluzionismo darwinista: "Tutte le teorie della evoluzione ed in particolare quelle sulla origine delle specie, hanno avuto carattere prevalentemente filosofico, spesso informato a tendenze sociologiche o religiose, che si sono valse di illazioni più o meno logiche ma spesso arbitrarie, tratte da un complesso di osservazioni non affiancate dall'esperimento. Quando questo è stato possibile, fatti e critica hanno quasi sempre dimostrato, che i gruppi considerati non appartengono a specie distinte, ma a razze diverse della medesima specie, così che si può affermare che tutte le teorie sull'origine delle specie sono, nella loro parte sperimentale, quasi esclusivamente teorie razziali". In parole povere, Ghigi, il padre dell'ambientalismo italiano, credente, impronta le proprie tesi, che vedremo poi intrise di acuto razzismo, sulla creazione così come viene narrata nelle sacre scritture, e fa a pezzi l'evoluzionismo darwinista. Non solo, ma fa derivare tutti i concetti razzisti che divulgava, fra l'altro, durante frequenti conferenze (vengono citate nel testo quelle tenute a Bologna, Imola, Faenza, Forlì, Ravenna, Rimini, Ancona, Rovigo, Vicenza e Trieste) dal fatto che le razze dovevano rimanere così come Dio le aveva create, possibilmente ognuno a casa sua (soprattutto quelli con la pelle scura). Come si può vedere, il pensiero attuale di molta gente di strada ha radici lontane...
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venerdì 20 giugno 2008
Alessandro Ghigi, l'ambientalismo e l'ideologia della razza
Avviciniamoci ora alla nascita vera e propria del movimento ambientalistico italiano. L'ambientalismo come militanza, come mission, potrebbe essere paragonato al monachesimo, laddove la mission era ben conosciuta fin nei minimi termini grazie a specifiche "regole" che venivano studiate e ripassate quotidiamanente. Ad esempio, i benedettini conoscevano (e conoscono) a menadito sia la Regola di San Benedetto che la storia della vita del Maestro. Siamo sicuri che sia lo stesso per gli ambientalisti nostrani ?
Michael Crichton, nell'appendice del suo ultimo libro Stato di Paura, scrive di un filo diretto che lega le teorie eugenetiche degli anni '20 e '30 con la teoria del "riscaldamento globale" dei nostri giorni. "Entrambe razziste, avversano lo sviluppo e il progresso delle popolazioni povere".
Tratto da: "Le bugie degli ambientalisti. I falsi allarmismi dei movimenti ecologisti" Secondo Volume. Di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari. Piemme 2007
Aggiungo: Alessandro Ghigi era stato eletto Deputato Fascista il 25 marzo 1934 ed inseguito fu nominato (non eletto) Senatore dell'Italia Fascista dall'allora Ministro dell'agricoltura e foreste Giacomo Acerbo il 6 febbario 1943, con Giuramento in Comitato segreto il 29 aprile 1943. Ha ottenuto le seguenti onorificenze: Commendatore dell'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro e Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia.
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La BEIC – Seconda parte: il contrabbando della droga.

La BEIC aveva sviluppato semi di papavero che davano oppio di ottima qualità nei campi di Benares e Bihar nel bacino del Gange in India, un paese che loro controllavano totalmente. Questo aveva il prezzo più alto, mentre l’oppio di qualità inferiore proveniente da piantagioni in altre zone dell’India era venduto a prezzi più bassi. Non rassegnandosi a perdere il suo commercio lucrativo, al sorgere delle opposizioni cinesi al contrabbando di oppio, la Corona Inglese ingaggiò lotte con le forze cinesi e le sconfisse durante le Guerre dell’Oppio a metà dell’800, che comportarono per la Cina, tra l’altro, la perdita di Hong Kong. Poiché la joint venture BEIC-Governo inglese gestiva il monopolio del commercio dell’oppio, le sole persone autorizzate a realizzare fortune istantanee provenivano dalla nobiltà, dalla aristocrazia, dalle famiglie plutocratuche ed oligarchiche, molti discendenti delle quali fanno parte oggi del Comitato dei 300 così come i loro onorevoli antenati sedevano nel Consiglio dei 300 che dirigeva la BEIC. Questi ultimi erano soci di tutti i maggiori club esclusivi di Londra ed erano per la maggior parte rappresentanti del parlamento, mentre altri, sia in India che in Inghilterra, erano magistrati. Per entrare in Cina era necessario un passaporto rilasciato dalla BEIC, cosicchè se qualche impiccione avesse cominciato ad investigare circa il coinvolgimento della Corona Inglese nel lucroso commercio dell’oppio, il suo passaporto sarebbe stato revocato.
Fonti:
John Coleman, The Conspirators Hierarchy: The Story of the Committee of 300, America West Publishers, 1992
http://www.ampltd.co.uk/collections_az/eic-factory-2/description.aspx
La BEIC (Compagnia Inglese dell'India Orientale) – Prima parte

Come abbiamo scritto in precedenza, le grandi fortune che ebbero il Malthusianesimo e le idee di Malthus, a cui si ispira il moderno movimento ambientalistico attraverso la mediazione delle teorie propagandate dal Club di Roma, si devono anche al fatto che la British East India Company (BEIC), germe del globalismo e della teoria del Governo Mondiale, creò per lui nel 1805 la cattedra di Economia politica presso l'East India Company College di Haileybury e gli permise di diffondere le sue teorie. Questo collegio era stato fondato dalla BEIC per preparare dall’età di 16 anni e fino ai 18 i loro collaboratori che dopo due anni di apprendistato venivano mandati in India. La BEIC fu una delle compagnie commerciali fra le più ricche e di più lunga durata (1600-1874). Esercitò una influenza pervasiva sulla politica coloniale inglese sin dall'inizio della sua storia, a causa dei suoi mezzi e del suo potere sia in Inghilterra che nel resto del mondo del commercio. Durante l'epoca della rivoluzione americana stava espandendo le sue attività in Oriente, in particolar modo in Cina, e con lo scopo di rafforzare la sua fino ad allora base precaria a Canton fondata nel 1762, la compagnia si mise a comprare sempre maggiori quantitativi di tè. Infine, con i suoi depositi stracolmi e con una incombente crisi finanziaria, la compagnia cedette parte del suo potere politico in cambio del diritto esclusivo di esportare te direttamente in America sotto l'atto legislativo di Lord North del 1773. Questa vicenda coincise con e influenzò la crisi fra la Gran Bretagna e le sue colonie americane. Dopo che l'Inghilterra aveva imposto le sua tassa sul tè nel 1767, il boicottaggio americano aveva ridotto il consumo di tè da 900.000 libbre nel 1769 alle 237.000 nel 1772. L'atto di Lord North permise percio alla BEIC di spedire forti quantitativi di tè in America esenti da tasse.
Fonti:
John Keay. The Honourable Company: A History of the English East India Company. New York: Macmillan, 1994.
Philip Lawson . The East India Company: A History. New York: Longman, 1993.
Anthony Farrington. Trading Places: The East India Company and Asia, 2002.
Anthony Farrington. Trading Places: The East India Company and Asia, 2002.
Malthus e le teorie per limitare la popolazione

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