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Alla sua uscita in America il film "E venne il giorno" è stato sommerso (giustamente) da un'ondata di critiche negative. Qualcuno l'ha definito uno dei film più brutti. Ed in effetti il suo scopo è semplicemente quello di spaventare. Pochi altri film possono essere classificati, come questo, meticolosamente pro-morte, così profondamente anti-umani. Siamo arrivati in uno strano momento della cultura popolare perchè gli spettatori sentano lo stimolo di trascorrere due ore al cinema per essere informati che "tutti meritiamo di morire". Il film tratta di milioni di uomini, donne e bambini che si suicidano, in molti modi creativi. Le morti, in un primo momento attribuite ad atti terroristici, si scope invece che sono da imputare alla natura. Gli alberi, infatti, rilasciano nell'aria delle neurotossine, come vendetta dell'ambiente su Riscaldamento Globale, Inquinamento ed Energia Nucleare. Il genocidio, viene asserito nel film, è una punizione adeguata ai nostri crimini ecologici. Si tratta in pratica dell'estensione della metafora che Al Gore ha proposto all'atto del ricevimento del premio Nobel: "Se noi abbiamo deciso di muovere guerra alla Terra, perchè la Terra non dovrebbe contrattaccare ?". Verso la fine del film, le sparute bande di sopravvissuti dimostrano pentimento, così a loro viene risparmiata una morte orribile. Il regista Shyamalan, noto per "Il Sesto Senso", film del 1999, dichira che "E venne il giorno" è concepito per "svegliare ognuno di noi" e di "ritornare ad una corretta relazione con la natura".
La cesura fra ambientalismo e misantropia risale ai tempi di John Muir, che fondò il Sierra Club nel 1892, e probabilmente anche a Henry David Thoreau. Noi non saremmo che una specie fra le tante, dicevano, e l'esistenza dell'Homo sapiens è una condanna e causa di profonda vergogna.
Oggi queste posizioni persistono presso alcune frange del movimento dell'Ecologismo profondo, dove si possono udire gli aderenti urlare: "Quattro zampe va bene ! Due gambe no !" Ma il messaggio può avere anche una certa attrazione per l'opinione pubblica: un libro che ha venduto molto in America l'estate scorsa è stato "The World Without Us," (Il mondo senza di noi), nel quale l'autore Alan Weisman immagina allegramente come la natura risponderebbe se l'uomo, di colpo, sparisse dalla faccia della Terra, e come ciò sarebbe grandioso per i destini del pianeta. "E venne il giorno" meramente porta la misantropia al suo logico estremo. Naturalmente, la maggior parte dei Verdi si limitamo semplicemente a protestare in modo continuato in nome di Madre Natura. L'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) indica nella proliferazione demografica un detonatore delle emisissioni di gas serra nell'atmosfera. Il ministro inglese dell'ambiente Hilary Benn ha dichiarato fra le approvazioni che la pianificazione familiare è una delle soluzioni principali per far diminuire le emissioni di anidride carbonica. Nonostante le previsioni di Paul Ehrlich sulla "bomba della popolazione" siano state confutate, Jeffrey Sachs, Jared Diamond, Bill McKibben ed altri hanno raggiunto simili conclusioni. Non deve sorprendere, perciò, che alcuni recenti manuali sul "vivere verde" raccomandino di pensare seriamente circa i bambini. Il Sierra Club dice che il numero ideale è due. Weisman e McKibben dicono no, meglio uno solo. Col suo film Shymalan sembra dire meglio ancora zero. Non manca forse ancora molto a che non ci sia consigliato, ufficialmente: Uccidi te stesso.
1 commento:
Non sono più in grado di ricostruire da dove sia nato l'equivoco, ma sicuramente mi sono distratta: il titolo del film cui mi riferivo io è "ALLA LUCE DEL SOLE"
e nulla c'entra con quello recensito qua.
Buona giornata e grazie per le informazioni su Malthus e Ghigi anche se, Noal, l'ambientalismo persegue tutt'altri valori: per fortuna!
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