sabato 4 ottobre 2008

Rutelli, il PD e lo scarso ambientalismo degli italiani

Da polisblog.it

Squillino le trombe e rullino i tamburi: Francesco Rutelli sembra aver trovato qualcosa di meglio da fare che proporre improbabili braccialetti elettronici antistupro, o prendere posizione nelle sempreverdi faide interne al PD. Su “Repubblica” di qualche giorno fa, infatti, l’ex ministro, ex sindaco di Roma, ex candidato del centro-sinistra torna ad occuparsi di un tema di quelli importanti: il riscaldamento globale e il destino dell’ambientalismo nel nostro paese.
In una lettera dal titolo “Ambientalismo in crisi, il PD innalzi bandiera verde”, l’ex Cicciobello constata infatti, sulla base di dati Eurobarometro che la proporzione di italiani che considera l’ambiente tra i problemi sociali più importanti è in costante calo dagli anni ‘80, passando dal 46% di vent’anni fa allo striminzito 9% del 2007. Un calo, particolarmente pronunciato tra i giovani, che va tutto a favore di altre preoccupazioni come il costo della vita e la criminalità, e segnala un’assoluta controtendenza del nostro paese rispetto al resto d’Europa.
Rutelli si spiega questa tendenza in tre modi, tutti politici: primo, lo scetticismo e l’ironia delle destre, da Bush a Berlusconi, nei confronti dell’effetto serra; secondo, i danni fatti dall’ “ambientalismo dei NO”, minoritario e distruttivo, responsabile tra le altre cose secondo Rutelli del disastro-rifiuti in Campania. Infine, la scarsa attenzione del centrosinistra italiano, che ha lasciato soli i Verdi ad occuparsi del tema.

Probabilmente le ragioni indicate dal dirigente del PD hanno influito in qualche modo nel dramatico calo di attenzione italiano per l’ambiente, soprattutto per quanto riguarda le colpe del centro-sinistra: per fare un esempio, né il PD né “Repubblica” sono riusciti a criticare l’abolizione del bollo auto, proposta da Berlusconi in campagna elettorale, su basi diverse dalla sua presunta insostenibilità finanziaria. Dimenticando che esso avrebbe costituito un colossale incentivo economico all’utilizzo dell’auto e all’inquinamento: una sorta di enorme Ecopass milanese all’incontrario.
Tuttavia, a nostro avviso, esistono ragioni più profonde per questa disaffezione degli italiani rispetto all’ambientalismo. Il nostro è infatti un paese ormai ritenuto unanimamente in declino, a crescita e natalità zero, attanagliato dalla paura della perdita del potere d’acquisto, e in una società in crisi il “futuro” tende tipicamente a restringersi, e i cittadini proiettano la propria vita su orizzonti temporali sempre più brevi. La grande questione del riscaldamento del globale e del destino del nostro pianeta, che implica pensare al lungo periodo, passa inevitabilmente in secondo piano. Come ha detto recentemente Bob Dylan per gli americani, non ci si può aspettare che la gente abbia la virtù della purezza quando è povera. Paradossalmente quindi, il giusto tentativo del PD di richiamare l’attenzione sui temi ambientali potrebbe non giovargli in termini di consensi elettorali.

1 commento:

Paolo Marani ha detto...

eno, una svolta ecologista del PD è assolutamente indispensabile, pena perdere le elezioni forever abbassandosi allo stesso piano delle destre. La sinistra ed i verdi extraparlamentari rappresentano l'eredità di una identità, seppur minoritaria, che solo le sinistre potrebbero raccogliere.